Posted by Fundulfus on January 15, 2001 at 10:48:36 AM EST:
"Il controsenso è necessario, il progresso l'implica."
Nominare una cosa non è pensarla. Ma chi si presta a farlo, chi vuole pensarla? Ciò che si pensa e ciò che non si pensa esistono allo stesso modo, se esistono le chiacchiere in proposito. La collettività ha così poco spazio nei nostri pensieri, che la dimostrazione che essa non sia né un insieme né un essere collettivo, lascia esattamente le cose come sono e dove erano.
E' vero che lo stagno dove Marx è andato a pescare è stato frequentato un po' da tutti, ma è anche vero che il movimento che dal suo nome ha preso le mosse ha conosciuto pescatori di tutte le risme e che pescavano nei luoghi più strani, così si può dire che Hegel e L. Carroll e E. Lear hanno notato la necessità storica del controsenso. Dunque: viva Hegel e anche i limericks!
Ma, più ancora, a nessuno sfugge che nella realtà saranno prodotti e commercializzati tutti i controsensi che il denaro potrà comprare e che i compratori potranno desiderare.
Neppure io sono stato mai convinto del tutto dai termini (apparenza, immagini, spettacolo) di debord - credo di averlo fatto capire in qualche messaggio precedente, con un altro nome ma nella stessa lingua -, e che l'apparenza secondo Debord comprenda la stessa idea apprezzata poi dai giornalisti, perché essi riuscivano a comprenderla, è semmai una ammissione a discolpa, secondo una valutazione storica.
La rozzezza dei concetti non è un criterio di validità teorico. Neppure la loro realtà; sebbene la realtà spesso faccia male, anche il sospetto non è da meno.
Ogni anarchico ha un'idea, ma nessuna ipostasi impedisce a ciascuno di pensare ciò che crede opportuno o conveniente, logico o illogico che sia, degno o no di essere chiamato pensiero ciò che ciascuno ritiene che sia pensiero.
Dunque: a ogni testa un'idea, oppure che si faccia finta di saperla avere, almeno. La morale corrente dice: il mercato compirà il miracolo.
Fundulfus Overianus exscripsit.