Posted by Omar Wisyam on April 16, 2001 at 08:50:22 AM EDT:
"Hegel mit uns"
Rileggendo l' "Introduction à la science de la publicité" di Voyer si nota una sconcertante evidenza. Voyer per tutto il testo adopera un linguaggio, anzi "adotta" una terminologia, un lessico, che non è stato mai esaminato criticamente. Esso (il lessico filosofico, la terminologia impiegata che è in questione) attraversa tutto il testo, costituisce non solo il suo sfondo, o il suo paesaggio, ma anima e condiziona evidentemente tutto ciò che Voyer afferma o nega. Il lessico hegeliano, ma anche aristotelico, rimane incriticato, ma questo materiale acriticamente fatto proprio non è neutro, non è neutrale. Anche nella "Società dello spettacolo" di Debord vi è una cospicua presenza di tracce, di termini hegeliani, ma con Voyer vi è un salto di qualità netto, anzi si assiste a una vera e propria "regressione" nel linguaggio della critica. La cosa deve essere valutata attentamente.
Un testo che ha qualche presunzione analitica e critica della società contemporanea può essere pesantemente, massicciamente, condizionato e determinato dall'assunzione acritica di un linguaggio che apparteneva a un sistema filosofico di due secoli precedente? E con cui la filosofia ha già fatto, e abbondantemente, i conti?
La stessa validità del discorso di Voyer viene compromessa da questa scelta, che rimane comunque "non giustificata", in nessun modo, se non da affermazioni perentorie come quella del primo paragrafo che ho citato nel mio intervento "Professio fidei pour le public".
Alcuni esempi di questa terminologia: "Apparence, négativité, sustance, accident, principe formel, en-soi, pour-soi, esprit, identité, difference, mouvement du négatif, absolu, logique de la triade, reconnaissance, totalité, essence humaine, mediation absolue, objectivité, subjectivité essentielle, unité de l'idéel et du réel, du fini et de l'infini, totalité subsistante pour soi, mouvement de l'apparence directe, abstraction abolue" ...
Si trovano espressioni gergali hegeliane di questo tipo: "La différence se transforme en identité par la disparition de la différence ou bien l'identité se transforme en différence par la disparition de l'identité ... la disparition de la différence est l'apparition de l'identité, de ce qu'il y a d'identique et la disparition de l'identité est l'apparition de la différence".
La preferenza per Hegel appare motivata così: "La philosophie de Hegel est la théorie materialiste de l'idée"! Invece il riformismo sarebbe: "la théorie idéaliste de la matière"!
Il merito di Hegel: "Hegel a justement conçu le réel comme le résultat de la publicité qui se concentre sur elle-même ...".
Infine la teoria: "La théorie est la tempête, le Hegelsturm". "Le Hegelsturm"!
La conclusione, che tutti conosciamo di Voyer è la seguente: "La forme (la forma, cioè lo stile, il linguaggio, il lessico!) que nous avons donnée à cet exposé ne présente pas seulement l'avantage scientifique (!) et esthétique d'une intelligence parfaitement (!) maîtrisée ...".
Sebbene lo stile, e i concetti impiegati da Debord siano criticabili, anzi spesso siano deboli, come lo stesso Voyer ha più volte analizzato, rimane la sconcerto sulla regressione operata da Voyer in questo testo, una regressione filosofica che lo rende inutilizzabile, e come tale, in un certo senso, "incriticabile".
Non si tratta di critica, né di teoria, né di teoria critica, né di critica teorica.
Una critica condotta a fondo su Voyer deve fare i conti con questo indigesto hegelismo, che Voyer ha acriticamente adottato e fatto proprio.
Un'illusione OTtica.
Cari ex-amici di OT nel vostro messaggio "à propos de Omar Wisyam", avete esposto una parte della verità, una buona parte, ma avete taciuto questo aspetto, che è forse più importante. La vostra critica a Voyer è un caso di critica incompleta, incompiuta, una critica a metà. Temo che non potrete mai portarla a termine, perché condividete con Voyer lo stesso panorama teorico. Essendo voi stessi prigionieri dell'hegelismo di Voyer non ne verrete mai a capo. La contraddizione principale tra voi e me probabilmente è su questo punto, anche se immagino che qualcuno di voi pensi in modo abbastanza simile al mio.
Il contrasto con Voyer; non è un caso che voi lo conduciate sempre su un "fatto personale", sul fatto che Voyer è un "falsificatore" (cosa che "non posso" discutere, non conoscendo i termini della questione), e non critichiate completamente i suoi fondamenti teorici, perché questi fondamenti teorici sono identici ai vostri, sono gli stessi.
OT ha ereditato da Voyer dei "fossili" teorici (ma una teleologia è possibile anche senza Hegel, anche liberandosi completamente di Hegel), e di questo armamentario, secondo me, OT dovrà disfarsi quanto prima, se vorrà svolgere quel ruolo importante che io continuo a sperare che riesca a svolgere, anche se il comportamento tenuto nei miei confronti non è affatto incoraggiante, e l'accusa di "bavardage" è solo una piatta e misera copiatura. Le mie (io, "bavard macaroni") poche pagine di chiacchiere; cosa sono queste poche pagine di fronte alle centinaia (o migliaia, come scrive Weltfast) di pagine di OT?.