Posted by Omar Wisyam on March 28, 2001 at 02:00:43 AM EST:
In Reply to: Bavard macaronique posted by on March 27, 2001 at 03:58:39 PM EST:
Non si può negare che l'anonimo non abbia compreso, e di ciò lo ringrazio, tuttavia è altrettanto vero che si tratta di una persona ostinata.
L'"Opus macaronicum", o meglio il "Liber macaronices", di Merlin Cocai - uno pseudonimo - (Cocaium è il tappo del barile che la madre cercava prima di partorire, Merlinus viene invece dalla merla che gli portava da mangiare nella culla) è opera di Teofilo Folengo.
Le dee, le ninfe e le muse di Folengo abitano non sull'Olimpo, né sull'Etna, e neppure sulle cime del Caucaso o del Marocco, ma su Alpi di formaggio tenero, stagionato e stagionatello ("de tenero, de duro deque mezano formaio").
Vengano le Muse a nutrire di maccheroni e di polenta il poeta: così, più o meno, inizia il "Baldus" di Teofilo Folengo.
"Ars macaronica a macaronibus derivata, qui macarones sunt quoddam pulmentum farina, caseo, botiro compaginatum, grassum, rude et rusticanum" (l'arte maccheronica è derivata dai maccheroni, che sono una pietanza grassa, rozza e rusticana, impastata di farina, burro e formaggio).
Il maccherone, o macarone, al tempo dell'ars macaronica (ci sono 4 edizioni dal 1517 al 1552), non è quello che probabilmente immagina l'anonimo, ma uno "gnocco"!