Posted by Omar Wisyam on March 02, 2001 at 11:37:34 AM EST:
Qualche giorno fa, firmando un intervento con il nome di D'Alembert, mi lamentavo con le parole dell'illuminista rivolte ai suoi compatrioti, del carattere noioso di una polemica interminabile in questo forum.
Premetto, con un po' di buon senso, che non mi manca il ragionevole dubbio di sembrare stupido agli occhi di qualcuno, volendo parlare di qualcosa che non conosco approfonditamente.
Dunque c'è un'interminabile polemica, a cui non voglio e, soprattutto, non posso prendere parte, essendone del tutto estraneo personalmente.
Viste da lontano le accuse, come spesso capita, appaiono identiche. Stesso linguaggio, stesse parole ingiuriose rivolte reciprocamente. Entrambi dicono di avere ragione e dicono di averlo dimostrato. Divertente? O noioso?
Prima considerazione: le teorie non sono sconfitte da un'altra teoria. Una teoria non vince su un'altra sul piano teorico. Ciò accade raramente, troppo raramente. Accade spesso invece che una teoria venga abbandonata, non perché sia stata demolita sul piano teorico, ma perché la realtà si fa interpretare in modo più efficace, e modificare, da un'altra teoria.
Perché preferisco leggere Debord piuttosto che Althusser? Perché Debord ha interpretato meglio il suo tempo, o no?
Quindi, secondo me, continuare a disputare su Hegel, sembra una perdita di tempo. Né sarebbe preferibile, d'altronde, un neo-neo-aristotelismo.
Seconda considerazione, anzi una domanda: esiste un criterio per decidere se uno ha ragione e l'altro ha torto?
Risposta: prendo come criterio l'analisi della realtà che viene svolta nel discorso teorico. Se un teorico ha ragione, ciò lo si può capire dall'esattezza dell'interpretazione della realtà. Se dalla realtà la sua teoria è stata smentita, evidentemente, lui ha torto sul piano teorico e pratico.
Conseguenza inevitabile: voi lettori cercate i riferimenti alla realtà presenti nei testi e verificate (a posteriori è una cosa molto facile).
Due esempi:
1. Nella "Réponse a l'auteur de "Marx ...", Voyer, il testo è apparso nel 1982, si riferisce a "les Polonais". Rileggete quelle righe. Si impara a diffidare di Voyer perché, a proposito della Polonia, evidentemente, lui non aveva capito nulla.
2. D'altra parte in un testo di O. T., del 1995, si parla nel titolo di "remettre en marche la théorie des conseils", e l'autore si riferisce a improbabili consigli in Etiopia, in Iran e in Irak. Anche in questo caso ce n'è abbastanza per dubitare, senza parlare dell'inverosimile ruolo rivoluzionario della rivolta di Mogadiscio.
Vorrei essere smentito, se sbaglio, non solo dalle acute riflessioni degli interessati, ma anche dalla rivoluzione che qualcuno di voi saprà contribuire realizzare.