Riassunto delle puntate precedenti


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Posted by Omar Wisyam on January 31, 2001 at 02:55:32 AM EST:

Considerato, non soltanto che le cose tendono a un fine, ma che ogni gioco finisce (un bel gioco dura poco), preferisco cercare di spiegare le ragioni dei miei interventi. Non dovrebbe essere completamente inutile.
Con il nome di Omar Wisyam (la dedica è palese) ho iniziato a presentare il testo "Il buongoverno della cattività" a partire dal messaggio n.4549.
Vorrei sapere dall'Interessato se è ancora interessato.
Con il nome di Over Ockham (why not overstanding? si è chiesto qualcuno in questo forum) ho sostenuto non del tutto ironicamente che il principio della banalità appartiene di diritto a tutti i sedicenti rivoluzionari, sebbene spesso essi siano convinti del contrario.
Con "L'archeologia del détournement" ho creduto che fosse di qualche interesse mostrare, attraverso degli esempi di lettura in cui si prova a rovesciare il senso primitivo, come un testo qualunque, in questo caso l'autore era Vaneigem, mantenga una approssimativa intelligibilità anche dopo il détournement. Io mostravo inoltre di preferire il significato deturnato. Il gioco è proseguito in altri interventi, come "Sottrazioni", applicato a delle sentenze di Cioran, e "1984 plus n", messaggio n.4726, dedicato a un brano di Orwell.
La "Piccola canzone" del vituperato Brecht rivolgeva un saluto ai beoni, ben sapendo che ce n'è ancora qualcuno in giro.
Della poesia di Charles d'Orleans (messaggio n.4752) si comprende bene il perché, osservando la data, anniversario di una calamità invernale. Infine immagino che, almeno per un italiano, la conoscenza di questa bella poesia non sia del tutto scontata quanto per un francese. Rimanendo in inverno, "Il furto del cappotto" è stato un modesto (ma soprattutto, breve) omaggio a due personaggi di Gogol e di Melville.
Con "Woyzeck, l'ebreo e il dottore) ho provato a inserirmi nel dibattuto sugli ebrei che mi sembrava non meno stonato che equivoco e confuso.
"Il doppio e la sua proprietà" e "Banalità perniciose" (quest'ultimo è da riscrivere) hanno l'intenzione di far apparire, mimeticamente, quanta parte della teoria di Debord, secondo me, si possa ancora oggi considerare valida, dislocandovi inoltre il concetto di nihilazione, che subentra a quello di spettacolo.
Gli "Appunti economico-filosofici del 1988", messaggio n.4762, saldavano un vecchio debito con Marx, mentre evidenziavano l'invecchiamento della teoria della talpa di Treviri.
Le "Note senza teoria", proseguendo l'operazione sistematica dell'inversione di significato, costituivano il rovesciamento (détournement) di un saggio, "Teoria della canzone" edito da Bompiani, di Manlio Sgalambro, un filosofo italiano (non so quanto conosciuto in Francia) che ha pubblicato molti dei suoi libri presso Adelphi.
"L'imbecille", come avevo già spiegato nell'intervento omonimo, è un'opera teatrale di Pirandello. L'ho suggerita a Voyer, e a chiunque altro, nell'eventualità che qualcuno voglia realizzare un nuovo catalogo dell'imbecillità.
Mi è sembrato utile proporre "Le concept d'histoire", come appare dagli appunti di Benjamin e poi alcune brevi citazioni tratte dal "Gergo dell'autenticità" di Adorno, ritenendo, forse a torto, che non si tratti di questioni del tutto superate.
Infine ho voluto ricordare Giorgio Cesarano (messaggi n.4809 e n.4857). Ringrazio ancora chi ha voluto rispondere.
Con "Citazione di un commentario" il monaco-copista Fundulfus fraintendeva (falsificava) un passaggio di Voyer, per condensarvi una breve ironia. YBM ha tradotto il testo in francese. Max Simple (il nome dice tutto) ha finto di ironizzare su una bella citazione di Musil riportata nella "Critica della ragione impura" (che diventava la "Critica della ragione dispari") di Voyer.
Con "L'origine è la meta" pensavo di concludere i miei interventi.
Sono convinto che la scelta di scrivere in italiano non abbia costituito un ostacolo insormontabile per chi ha voluto leggere cosa ho scritto. Comunque devo dire che alcune dispute presenti nel forum mi risultano incomprensibili.
Chi voglia scrivermi avrà visto l'indirizzo in "Saluti e baci" accompagnato da un passo della "Fenomenologia dello Spirito", che ora rinnovo, giusto per chiudere il discorso.
"Die Wirklichkeit und Dasein des menschen ist sein Schadelknochen" e qualche pagina dopo: "Das Sein des Geistes ein Knochen ist".


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