L'autenticità del gergo (dell'inautenticità)


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Posted by Omar Wisyam on January 03, 2001 at 12:35:08 PM EST:

Il saggio dal titolo "Jargon der Eigentlichkeit. Zur deutschen Ideologie" di Adorno non contiene questa frase: "la menzogna ha il suono della verità, e la verità il suono della menzogna. Ogni affermazione, ogni notizia, ogni idea è modellata in anticipo dai centri dell'industria culturale", dato che si trova in "Minima moralia", ma offre delle riflessioni complementari. Come tutti sanno, si tratta di un capitolo escluso dalla "Dialettica negativa", forse perché si presentava già a sé stante, (esso era stato concepito al tempo delle lezioni universitarie di "Terminologia filosofica".
Seguono delle citazioni dal testo:

Chi sa parlare in gergo non ha bisogno di dire ciò che pensa e nemmeno di pensarlo in maniea determinata: il gergo parla al posto suo e rende superfluo il pensare.

La riprovazione perpetua della reificazione che il gergo rappresenta è reificata.

L'ipocrisia diventa l'a priori.

Ciò che la pseudo-individualizzazione procura nell'industria culturale, il gergo lo procura tra coloro che la disprezzano.

Il nichilismo diventa una farsa, un mero metodo, come una volta era già avvenuto per il dubbio cartesiano.

Nel mondo universalmente mediato tutto ciò di cui si ha un'esperienza originaria è culturalmente preformato. Chi vuole l'Altro deve partire dall'immanenza della cultura, per andare oltre essa.

In Heidegger il negativo, in quanto essenza, in modo più scoperto che altrove, si trasforma semplicemente e adialetticamente in positivo.

Heidegger si è entusiasmato della morte presumendo che essa sia ciò che è completamente sottratto al rapporto universale di scambio: non si accorge che essa resta prigioniera dello stesso cerchio fatale del rapporto di scambio da lui sublimato nel Si.

Ne deriva la massima suprema che le cose stanno così, che ci si deve piegare (positivisticamente: adattare); ne deriva l'ordine meschino di ubbidire a ciò che è.

Quanto più cresce l'irrilevanza sociale dell'individuo, tanto più diminuisce la sua capacità di osservare con distacco la propria impotenza; esso deve pavoneggiarsi da ipseità, così come la futilità di essa da autenticità, da Essere.


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