Posted by Omar Wisyam on December 09, 2000 at 04:26:48 AM EST:
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60.
L'incompetenza generalizzata.
La proletarizzazione è soprattutto nell'incompetenza, il resto si aggiunge come toglimento supplementare. La pubblica denuncia dellovvio è un compito impari per chi non sa cosa pensare di quello dal quale viene parlato, ed a causa di questa incontrastabile evidenza che gli effetti del dominio corrono così veloci che, invece di impensierire rassicurano.
Il peggio è il bonus dell'organizzazione.
61.
Sulla classica domanda "che fare?".
Non si sprecano i dubbi sul carattere funesto delle conseguenze della domanda, a cui solo la fatticità del contratto sociale sa replicare.
62.
Che la smemoratezza sia sollecitata, e svagatamente, questo avviene perché si tratta di una delle tante manifestazioni del dominio della "verità". Le intenzioni danneggiano la critica più dei suoi detrattori. Ma il fatto che essa si dilegui in fretta è la sua via maestra.
63.
Post festum. Il concetto di arte esiste solo come genitivo o come rovesciamento di esso.
64.
La critica dell'idea di fondazione consente di risolvere la questione originaria, per poterne subire quella rimozione nella quale insiste il circolo viziosodal quale non può uscire da molto tempo lo spirito di quella che fu chiamata eroicamente la rivoluzione.
65.
Sull'ordine delle convenzioni pesa l'obbligo non più incessante delle apparenze, ma ogni considerazione sulla tenacia della loro apparente etrnità è suscettibile di immediate sorprese.
66.
Contro il dubbio sull'abbandono di fronte alle cose.
Come epigrafe sull'esistente sta scritto: "Tutto sembra funzionare", ma questo appunto deve inquietarti, il fatto che l'apparenza comunque funzioni e che il funzionare spinga sempre verso una ulteriore prova del funzionamento dell'apparenza.
67.
Viene la tentazione di dire che talvolta nei sogni si condensa l'effetto di una pulsione, di uno stile e della intraducibilità. Un'immagine che possieda lo sfolgorio dell'onirico è stata, per gli architetti dello spettacolo, una specie di ossessione disinvolta. Per definirla: ciò che i surrealisti chiamavano un cadavere squisito.
68.
Dire e pretendere: "Niente arcani!" - è dire e pretendere quasi niente, anche se di questi filtra proprio ciò che non dovrebbe che arrestarsi, e proprio nella misura in cui si stabilisce che non vi debbano essere resti. Ciò che la teoria, che è stata chiamata rivoluzionaria, non ha ignorato di ignorare è il rovescio di tale proposito. "Non guardarsi indietro!" - è un messaggio incomprensibile, eccetto che la sua fine è nota.
69.
Anche se di nulla si può dire che oggi non risulti riutilizzabile, non è tuttavia senza conforto che sulle possibili soluzioni lavorino così tante persone a inntrecciarne le trame virtuali che la confusione finisca per appiccicarsi dove non dovrebbe.
70.
La trasparenza della simulazione, se rende invisibile la scena, ha reso del tutto trascurabile l'inganno della "verità", a vantaggio dell'erosione dell'inverso: la verità dell'inganno. Ma pochi lo sanno.
FINE
Ora l'inizio:
IL BUON GOVERNO DELLA CATTIVITA'
1.
La critica procede per affermazioni - la negazione non le appartiene più, perché essa stessa appartiene al nemico come la critica della negazione.
2.
La critica è assiomatica giacché sconta l'intollerabilità della desuetudine all'evidenza, come l'inettitudine che le è stata compagna fedele.
3.
Errata. Nonostante tutto della critica si è detto che, la sua, sia stata una invariata sequela di errori; eppure non si riesce ad immaginare un complimento più efficace.
4.
Finché tutti ci dimostrano che è l'impossibile ciò che le spetta di diritto, non si cesserà mai abbastanza presto di ricordare la sua piattezza.
5.
La critica non implica una teoria o una parodia, ma poiché tende a ignorare questa ovvietà, la produzione di nullità avrebbe dovuto rispondere dell'esito funzionale (apparentemente insolito) di obiettivi non riconosciuti ma centrati, di questi obiettivi eccentrici che le corrispondevano più intimamente.
6.
Pro e contro la teoria. Ciò che si dice non si scrive senza la legittima presunzione delle anime candide. Di potrebbe dire che se non si ricorda l'origine, c'è invece il trucco, cioè sempre la solita fine, e che dove c'era la teoria c'erano pure i mezzi, ma abbondavano loschi figuri. A vantaggio delle mezze-figure (non ci sono state solo tragedie).
7.
Non è detto che ciò contro cui si scrive sia il vero oggetto del discorso, che sicuramente sarà spostato altrove da chi non sa di capirlo, a meno che si ammetta il dubbio che potrebbe essere proprio l'opposto.
L'anfibologia è una proprietà acquisita dalle negazioni.
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