Il buongoverno della cattività (5)


[ Follow Ups ] [ Post Followup ] [ debord of directors ] [ FAQ ]

Posted by Omar Wisyam on December 07, 2000 at 09:37:54 AM EST:

(...)
18.
Considerato il grado di superficialità che contraddistingue il disincanto dello sguardo sullo pseudo-reale, si potrebbe dire che la "dépense" è la grande inattuale, ma celata dal suo nascondimento nelle forme delle ossessioni di sicurezza e di segretezza (quando tutto è pubblico e pubblicità), sa che le è concessa, come ad altri concetti, una rinascita esoterica, e che ad ogni riapparizione si scopra l'eternità del sogno.

19.
Destino di ciò che viene scartato è di subire (o di volere) una specie di metempsicosi, ma la dialettica economica tra ciò che si perde e ciò che rimane
non consente di proposito il sollievo, se non come vendetta.

20.
La proibizione, l'interdetto, sono un frutto dell'ambizione, ma non sfugge ciò che essa mette a fuoco.

21.
Ogni tradizione ha un legame con l'origine, ed è il tradimento. L'origine del tradimento è il senso della tradizione. La smemoratezza del passato - incentivata - complica la situazione; se sembra salvare il passare il passato, perché lo dimentica, moltiplica però le affiliazioni immaginarie - il vero del falso - con esso. Se ogni ritorno è grottesco, lo è senza rimedio - la perversione del trascorso.

22.
La pianificazione è il sogno del determinismo, ma il fascino del piano attira meno gli sterminatori degli ingenui (ma forse oggi sono pari). Dunque nell'idea di destino il cinismo si spreca e che gli eterni ignari accorrano verso il paradiso, ciò si scrive per contraddizione.

23.
Ciò che può far sembrare l'arroganza meno disdicevole di quello che è effettivamente, questo è proprio l'apparenza nella quale si mostra; nel suo candore c'è la perfidia indicibile della servitù. Questo argomento è sostenuto dalla convinzione di una storicità del comportamenti e della loro interpretabilità, che, si porebbe dedurre, è dettata, per chi scrive, dalla sua superfluità, per così dire, artistica.

24.
La complicità con il dolore del mondo è la colpa dell'astuzia, infatti la sua è una fattiva servitù ad esso. E' tutt'altro spirito quello che libera: in esso non ha luogo l'astuzia, né ciò che si dice sia il contrario di essa. L'emancipazione, quando è in atto, sposta il discorso, trasferisce una pratica, agevola il commercio. La serietà dell'inganno è il così com'è, e la sua meretrice è l'astuzia.

25.
Il fatto che il disprezzo si universalizzi per diventare il sentimento unico, rende evidenti le pretese dell'epoca, mentre il suo oggetto si rende illeggibile nella misura in cui lo spazio si è saturato per la pervasività e l'onnipresenza del riprodotto nel riproducibile.
(...)


Follow Ups:



Post a Followup

Name:
E-Mail:

Subject:

Comments:

Optional Link URL:
Link Title:
Optional Image URL:


[ Follow Ups ] [ Post Followup ] [ debord of directors ] [ FAQ ]